Il 30 agosto 2024 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto legislativo di recepimento della Direttiva UE 2024/2464 Corporate Sustaintability Reporting Directive o CDRD. Quest’ultima si inquadra nell’ambito del Green Deal Europeo e rafforza gli obblighi di reporting non strettamente finanziario delle aziende, con lo scopo di promuovere la trasparenza e la divulgazione delle informazioni “Enviormental, Social, Governance” (ESG), che riguardano sia l’impatto ambientale e sociale della loro attività, sia i principi e i criteri che le governano.

Il Decreto legislativo introduce due importanti novità: (i) l’estensione alle Piccole e Medie Imprese (diverse dalle microimprese) degli obblighi di reporting non finanziario e (ii) la sostituzione della rendicontazione non finanziaria con la rendicontazione di sostenibilità.

La CSRD persegue l’obiettivo di garantire agli investitori e alle altre parti interessate (i così detti stakholders, temine che non indica solo finanziatori, clienti o fornitori, ma si riferisce soprattutto ai soggetti esterni all’impresa, come gruppi d’interesse locali) l’accesso alle informazioni di cui hanno bisogno per valutare l’impatto delle imprese sulle persone e sull’ambiente, mettendoli nelle migliori condizioni per valutare i rischi finanziari e le opportunità derivanti dai cambiamenti climatici e da altre questioni di sostenibilità. Le informazioni dovranno essere redatte in modo chiaro, dettagliato ed esaustivo, secondo un modello standard, concepito per aumentare la trasparenza e facilitare la comparazione dei dati.

Con la CSRD la rendicontazione di sostenibilità prende il posto della rendicontazione non finanziaria  – già prevista dal D.lgs. 254/2016 – rispetto alla quale presenta contenuti più ampi e specifici, includendo non solo le informazioni relative all’impresa o al suo gruppo ma anche alla catena del valore, che rappresenta una delle maggiori novità apportate dalla novella legislativa.

La catena del valore – che meriterebbe un articolo a parte – è la “grandezza” utilizzata per rappresentare tutte le attività che, nei passaggi attraverso i quali un determinato ciclo produttivo trasforma la materia prima in prodotto finito, determinano il prezzo di vendita finale. La migliore catena di valore è quella che consenta di aumentando la produttività con costi contenuti, a beneficio dell’impresa, mantenendo al contempo il prezzo di vendita entro limiti ragionevole, a beneficio dei consumatori.

La CSRD prevede che la rendicontazione di sostenibilità riceva un’attestazione di conformità da parte di un revisore legale o un’impresa di revisione contabile: potrà trattarsi sia del soggetto incaricato della revisione contabile della impresa, sia di un operatore diverso, iscritto al registro dei revisori.

In ossequio alle previsioni della Direttiva europea, il Decreto di recepimento – di cui si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – stabilisce le seguenti date di applicazione:

Le regole di rendicontazione introdotte dal Decreto di recepimento, miranti alla completezza informativa, rappresentano un importante presidio normativo nella direzione della transizione sostenibile delle imprese.

Il passaggio dall’astrattezza della nuova disciplina alla concretezza dell’applicazione mette, anche sul piano culturale, le imprese di fronte al compito, impegnativo ma potenzialmente premiante, di garantire che il mercato disponga di informazioni sempre più chiare e affidabili sul modo in cui esse affrontati i temi ESG.

Avv.ti Alessandro Facchino ed Enzo Cardone